Stronzium, torna il virus che non si può cancellare

Stronzium, torna il virus che non si può cancellare

Off Di Emilio Brocanelli

Stronzium è un virus ( nonostante il nome possa far pensare ad un insulto ), che non si può cancellare, neanche formattando il pc. Questo virus non è nuovissimo ma è tornato in auge poco tempo fa, quando, gli sviluppatori della Eset l’ hanno scovato nei meandri della rete. Quando un virus infetta il nostro pc, noi abbiamo l’ abitudine di effettuare un backup dei nostri dati e di formattare il pc, eliminando definitivamente il virus. Nel caso di Stronzium, il rootkit non muore ma continuerà a rimanere nel pc del malcapitato. Ma come può avvenire tutto ciò? Può avvenire perchè Stronzium non va ad infettare il sistema operativo ma va ad attaccare direttamente l’ UEFIUnified Extensible Firmware Interface ), ovverossia il sistema di configurazione della macchina che si trova sulla scheda madre.

Stronium, il virus che non si elimina

Secondo gli sviluppatori, il virus Stronzium è stato realizzato da un gruppo di Cyber criminali chiamato Sednit ed è stato responsabile di alcuni degli attacchi informatici più distruttivi degli ultimi anni, come l’ attacco ai democratici del 2016, l’ hacking del networking di Tv5Monde, fino ad arrivare alla diffusione delle e-mail private. Come abbiamo già detto, Stronzium si va ad installare all’ interno dell’ UEFI e quindi non si può eliminare, in quanto va ad infettare l’ hardware del computer. L’ obiettivo del virus Stronzium non sono le piccole e  medie aziende ma le grandi multinazionali.

Stronzium, come tentare di difendersi

Essendo impossibile da eliminare, non ci si può difendere dal virus Stronzium? No è esattamente così. Per tutti i virus c’ è una possibile soluzione e Stronzium non fa eccezione . Innanzitutto bisogna effettuare un aggiornamento del firmware della scheda madre, dopodichè bisogna abilitare il Secure Boot all’ interno del BIOS del pc, in modo che, qualsiasi software, per andare a scrivere nell’ UEFI della scheda madre, deve ricevere un’ autorizzazione utilizzando un certificato di identità digitale valido.

Emilio Brocanelli