Self-management e sai cosa bevi, stavolta
Mai sentita l’espressione: ma te le bevi proprio tutte?
Sta a indicare l’ingenuità di fondo che ti fa accettare tutte le sciocchezze che ti propinano a destra e a manca, anche quella leggendaria dell’asino che vola.
Leggende metropolitane, altro termine da gettonare, in questo caso.
La convinzione limitante e perciò la sciocchezza più colossale che tu possa accettare è che ciò che ti serve nella vita per funzionare bene – intelligenza, buon senso, sani principi – non ti servirebbe nel mondo del web, che avrebbe bisogno di altri strumenti e criteri, tipo quello di delegare ad altri la vita e la morte dello strumento che invece serve a te e non a chi dovrebbe prenderlo in carico. Sei tu a doverti far carico del tuo mondo in genere e del tuo spaccato di mondo web, a cominciare dal tuo pc. Ecco il punto.
Come si chiama questo modo di essere e di operare? Si chiama Self-Management ed è un gran bel mondo.
Il Self-Management è quell’insieme di processi per cui, al di là delle operazioni umane per “mettere a posto le cose”, è la macchina stessa a provvedere alle sue necessità. Quindi, la tua responsabilità consiste nel facilitare questo insieme di operazioni, utili a te e alla macchina.
Perché la macchina può provvedere a se stessa? Per la stessa ragione per la quale tu poi provvedere a te stesso, salvo le diverse condizioni nelle quali si opera. Tu operi grazie alla libertà, alla volontà e all’ ìntelligenza, la macchina grazie alla programmazione interna che la muove per renderla sempre più efficiente e produttiva.
La complessità delle macchine aumenta, quindi dobbiamo ridurre la complessità delle operazioni. Ciò si può fare grazie al modello ACI, Autonomic Computing Initiative, che ha già 15 anni, brevettato e implementato dall’ IBM, a suo tempo. Ma esistono altri sistemi quali il MVC, Model View Controller, che facilita l’integrazione dei processi ottimizzanti nel sistema stesso.
Questi sistemi ci aiutano a capire che devi lavorare non per diventare l’ultimo nerd smanettone, ma incapace di leggere la realtà tecnologica nel suo insieme, ma un utente evoluto e rispettoso della macchina che usa, in grado di facilitare il Self-Management e l’auto-ottimizzazione della stessa. Come si dice a Roma: se pò fà, basta elevare gli standard medi che di per sé sono fatti per essere elevati, modello salto con l’asta.
Raffaele Iannuzzi