Riconoscimento facciale, si può aggirare facilmente?
E’ possibile aggirare il riconoscimento facciale per lo sblocco del dispositivo e dei servizi di pagamento mobile? Purtroppo sì, su alcuni smartphone e tablet importanti, come l’iPhone X. Lo afferma l’organizzazione olandese The Dutch Consumentbond che ha effettuato dei testi su almeno 110 dispositivi.
I dati sono stati riportati dal sito Android Authority, trenta smartphone dei 110 testati si possono sbloccare usando soltanto la fotografia del proprietario, il sito rivela che lo sblocco con riconoscimento facciale è più vulnerabile sui dispositivi di fascia media e bassa.
Riconoscimento facciale, Apple Face ID rimane al top della sicurezza
The Dutch Consumentbond ha testato tutte le marche più importanti con smartphone piccoli e grandi. Non tutti i modelli con prezzo basso sono andati male. Gli smartphone di Apple sono stati testati tutti quanti, ricordiamo che è proprio il colosso di Cupertino ad aver testato e portato sul mercato internazionale il riconoscimento ID con l’iPhone X. Il riconoscimento facciale scansiona il viso con una telecamera ad infrarossi che lo processa al millimetro senza farsi confondere dallo spazio ambientale, riesce infatti ad identificare la profondità di campo ad ogni condizione di luce e tempo. Questa scansione attiva la tecnologia di sblocco Face ID, il sistema personalizzato precedente era il Touch ID.
Bocciato Sony Xperia XZ2
Tra gli altri dispositivi testati dal The Dutch troviamo i Samsung, Galaxy Note 9, gli S9 e S9 Plus, Huawei Mate 20, Mate 20 Lite e Mate 20 Pro, OnePlus 5T e 6, Oppo Find X e Honor 10, 7, 8 e 10. Purtroppo sono risultati vulnerabili ai test sul riconoscimento facciale i modelli ‘HTC U11 Plus, Huawei P20 Pro, la serie Sony Xperia XZ2.
Colossi contro associazioni diritti umani
La tecnologia del riconoscimento facciale è al centro della cronaca non solo per la sicurezza individuale e la buona funzionalità degli smartphone, purtroppo la sicurezza internazionale e i diritti umani si ritiene che siano minacciati a causa dell’uso finalizzato alla sicurezza e anche dalla possibile perdita di controllo di questa tecnologia avanzata.
85 associazioni di diritti umani e digitali hanno scritto una lettera ad Amazon, Google e Microsoft affinché si rifiutino di vendere la loro tecnologia ai governi per non mettere a rischio la sicurezza e l’incolumità politica e civile delle minoranze religiose ed etniche, delle persone con difficoltà economica e inoltre non inasprire il controllo sugli immigrati. Tra i messaggi arrivati ai tre colossi leggiamo: “siamo in un momento cruciale per questo tipo di tecnologie e le scelte fatte dalle aziende determineranno se le future generazioni dovranno aver paura di partecipare ad una manifestazione o frequentare luoghi religiosi, anche il vivere le loro vite è a rischio“. L’autore del messaggio è Nicole Ozer dell’American Civil Liberties Union (Aclu).