L’intelligenza artificiale di Google suona come una voce umana
E’ incredibile il realismo dell’intelligenza artificiale di Google, messo in mostra alla conferenza di ieri sera negli USA. L’esempio ha dimostrato l’incredibile realismo della telefonata nella quale l’utente intendeva prenotare un posto dal parrucchiere. L’assistente di Google utilizzava pause umane tra una risposta e l’altra ed anche delle espressioni di smarrimento davvero realistiche.
La cosa più incredibile è che l’utente, alla fine della telefonata, non ha sospettato minimamente di aver parlato con un’assistente artificiale. Si tratta di un’enorme salto tecnologico per Google, che apre sconfinate vie per la tecnologia.
La tecnologia di questo tipo può in qualche modo mettere in dubbio il labile confine tra realtà e virtuale? I ricercatori hanno chiamato la funzionalità Duplex; non sarà una “chiacchierona” a tempo indeterminato, bensì potrà conversare solo in domini chiusi. Ovviamente non è facile adeguare l’assistente Google al contesto ma, secondo i ricercatori, esistono dei trucchi per far sì che la conversazione vada a buon fine. L’assistente artificiale nella demo, infatti, ha superato gli equivoci ripetendo le stesse domande. Tuttavia, alcuni frammenti di quella conversazione erano fortemente realistici e non sembravano pre-programmati.
Per il momento, Duplex resta un esperimento ed è disponibile solo per tre occasioni: prenotare ristoranti, programmare tagli dal parrucchiere e chiedere alle aziende le ore di ferie. Inoltre, se Duplex non dovesse riuscire a completare l’operazione la trasferirà ad un operatore umano che la finalizzerà.
Tuttavia, serviranno delle norme sociali che faranno sapere all’interlocutore di essere in linea con un’assistente digitale? Non dovremmo essere al corrente di questo, del fatto che stiamo parlando con un robot? Il problema dell’etica nasce laddove ci sia un grande balzo in avanti della tecnologia e laddove essa sembri prendere prepotentemente il sopravvento, lasciando tutti sbigottiti e spesso anche impauriti. Non sappiamo ancora come verrà implementata questa tecnologia e chi potrà farne uso, e siamo già preoccupati per questo.